CdL Biologia Chimica Bioorganica

In vista della prova intercorso un alcuni esercizi di spettroscopia, altri sono stati già inseriti nella cartella “materiale del corso” dell’aula virtuale in Microsoft team





Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"
In vista della prova intercorso un alcuni esercizi di spettroscopia, altri sono stati già inseriti nella cartella “materiale del corso” dell’aula virtuale in Microsoft team
Di seguito sono riportati gli spettri di massa, IR ed 1H-NMR per un composto con formula elementare C9H10O2. Basandosi sulle informazioni spettroscopiche fornite, proporre la struttura del composto e scriverla nel riquadro sottostante. Evidenziare per ogni spettro le informazioni più importanti a supporto della struttura proposta
Di seguito sono riportati gli spettri di massa, IR ed 1H-NMR per un composto con formula elementare C9H10O2. Basandosi sulle informazioni spettroscopiche fornite, proporre la struttura del composto e scriverla nel riquadro sottostante. Evidenziare per ogni spettro le informazioni più importanti a supporto della struttura proposta
La prova intercorso di Chimica Bioorganica si terrà giovedì 31/03/2022 alle ore 15:00 in aula A2. La prova si svolgerà IN PRESENZA. Si ricorda che sarà necessario esibire il documento di riconoscimento contestualmente alla certificazione verde COVID-19.
La prova intercorso di Chimica Bioorganica si terrà giovedì 31/03/2022 alle ore 15:00. La prova si svolgerà IN PRESENZA. Si ricorda che sarà necessario esibire il documento di riconoscimento congiuntamente alla certificazione verde COVID-19.
Una delle applicazioni della metabolomica è nello studio della grande varietà di metaboliti prodotti dalle piante. Questi composti svolgono tanti ruoli importantissimi e la metabolomica può essere utile sia per studiarne la funzione negli organismi che li producono, sia per studiarne potenziali applicazioni in diversi campi.
Il 15 marzo alle 17:05 si terrà un webinar (in lingua inglese) proprio sull’utilizzo della metabolomica nell’analisi fitochimica. Qui il link per partecipare https://us02web.zoom.us/j/89025985244?pwd=UFE4MEh6bVFxb1ExajZoNVVQMDY5Zz09 e il programma dettagliato del webinar
Una delle tecniche utilizzate in metabolomica è la Spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR).
Questa tecnica, che si basa sulle proprietà magnetiche dei nuclei di alcuni isotopi, ha tantissime applicazioni ed è certamente insostituibile quando si parla di caratterizzazione di composti organici. In questo contesto, ricordiamo che tra i nuclei attivi all’NMR ci sono l’idrogeno (1H) e il carbonio 13 (13C). La scarsa abbondanza naturale del 13C, insieme ad altre caratteristiche di questo nucleo, fanno sì che nel caso della metabolomica sia molto più pratico lavorare con 1H-NMR.
Dall’analisi NMR di un campione si possono dedurre tante informazioni diverse. Ma come si effettua un’analisi metabolomica mediante NMR?
A partire dal materiale liofilizzato, si ottengono gli estratti con una procedura molto semplice che prevede l’estrazione diretta in solventi deuterati (necessari per l’analisi NMR). Questi estratti vengono analizzati, ottenendo gli spettri, che saranno poi processati: questo processing prevede l’apodizzazione, la fasatura, la calibrazione rispetto allo standard intetno e la correzione della linea di base
A questo punto si procede con l’integrazione. Questa è effettuata attraverso il processo di bucketing o binnig: lo spettro si divide in tanti segmenti di lunghezza definita (in genere 0.02 o 0.04 ppm) e si procede ad integrare l’area sotto la curva di ogni bucket. Si ottiene in questo modo una matrice di dati in cui le osservazioni sono i singoli campioni analizzati e le variabili sono i vari bucket, che assumeranno quindi il valore dell’area per quella parte dello spettro in ciascun campione (NB: le aree sono in genere normalizzate rispetto allo standard interno a alla total intensity).
La matrice di dati così ottenuta è sottoposta ad analisi statistica multivariata. Questa sarà utile ad estrarre le informazioni significative dal nostro set di dati.
Una volta identificati i seganli NMR significativi per la nostra analisi, è necessario “tradurre” questi segnali in metaboliti. Si opera a questo punto per step successivi.
Il primo passaggio è quello del confronto con la letteratura e con i database. A questo proposito, è necessario sottolineare come l’NMR sia una metodica altamente riproducibile. In ogni caso, se questa ricerca non ci dà la risposta sperata, si può optare per l’analisi NMR bidimensionale (2D NMR).I metodi 2D NMR più utilizzati in metabolomica sono brevemente descritti di seguito.
COSY (COrrelation SpecroscopY)
Esperimento 2D omocorrelato. Permette di rilevare correlazioni omonucleari 1H-1H tra protoni vicinali e geminali
TOCSY (TOtal Correlation SpecroscopY)
Esperimento 2D omocorrelato. Permette di rilevare sistemi di spin (il trasferimento di magnetizzazione è interrotto da carboni quaternari).
HSQC (Heteronuclear Single Quantum Coherence)
Esperimento 2D eterocorrelato. Permette di rilevare le correlazioni dirette protone-carbonio. Permette quindi di attribuire il valore di chemical shift del carbonio per ciascun carbonio protonato presente nell’estratto (o nella molecola, quando lo spettro si riferisce ad un composto puro)
H2BC (Heteronuclear 2 bond correlation)
Esperimento 2D eterocorrelato. Permette di rilevare le correlazioni tra un protone e il carboni vicinale, a patto che quest’ultimo sia protonato.
HMBC (Heteronuclear Multiple Bond Coherence)
Esperimento 2D eterocorrelato. Permette di rilevare le correlazioni tra un protone e carboni distanti due, tre o quattro legami. Un esperimento alternativo è noto come CIGAR-HMBC.
HSQC-TOCSY
Esperimento 2D eterocorrelato. Permette di rilevare sistemi di spin, che in questo caso includono sia i protoni sia i carboni.
Grazie alla combinazione delle informazioni che si ottengono dai diversi spettri 2D NMR, è possibile identificare i costituenti dell’estratto anche in miscela. Per metaboliti già noti, a questo punto sarà possibile confrontare i dati NMR con quelli riportati in letteratura o con quelli degli standard (a patto che siano acquisiti nello stesso solvente). Per i composti identificati per la prima volta, al fine di confermare la struttura, saranno necessari l’isolamento (che a questo punto sarà facilitato dalle informazioni preliminari in nostro possesso circa la struttura del composto) e la completa caratterizzazione strutturale mediante tecniche spettroscopiche.
Va infine ricordato che oltre ad identificare i componenti dell’estratto, è anche possibile quantificarli dato che l’ 1H NMR è una tecnica quantitativa (se gli spettri sono acquisiti con determinati parametri) e che è sufficiente in questo caso utilizzare uno standard interno a concentrazione nota.
A conclusione del corso di metabolomica, è qui presentata una panoramica di questo approccio analitico, che prevede l’analisi qualitativa e quantitativa di tutti i metaboliti presenti in un sistema biologico in determinate condizioni.
Innanzitutto, dobbiamo considerare l’ampio range di applicazioni di questo approccio allo studio dei sistemi biologici. Applicazioni che riguardano la chimica delle sostanze naturali, la chimica degli alimenti, la chimica farmaceutica, il metabolismo, la fisiologia e lo studio della risposta a stress da parte degli organismi e delle interazioni che tra essi intercorrono, la chimica ambientale, la ricerca biomedica e tantissimi altri campi.
Del resto, la metabolomica si colloca all’interfaccia tra la chimica e la biologia, in quanto ciascun fenomeno biologico produrrà una risposta chimica misurabile e la determinazione delle variazioni osservate fornirà informazioni sullo stato del sistema biologico in analisi. Inoltre, andando a misurare quelli che sono i prodotti finali dell’espressione genica, ossia i metaboliti, fornisce informazioni essenziali su quello che è il fenotipo e la relazione di quest’ultimo col genotipo.
Uno step fondamentale nell’approccio metabolomico è la fase di disegno sperimentale. Al fine di ottenere dati che siano statisticamente e biologicamente significativi e che diano risposta alla nostra research question, è necessario definire a priori tutti i parametri sperimentali da considerare, le variabili da valutare e quelle da controllare. Sarà necessario inoltre prendere in considerazione l’utilizzo di un numero opportuno di replicati tecnici e biologici (tale numero varia sia in base al sistema biologico in analisi, sia in base alle tecniche analitiche utilizzate).
A questo punto, sarà necessario procedere all’esecuzione dell’esperimento e/o al campionamento. Le metodiche utilizzate variano a seconda del tipo di campione, ma un punto fondamentale e ineludibile, al fine di ottenere risultati che rispecchino il reale stato del sistema, è il quenching del metabolismo: sarà necessario bloccare tutte le reazioni, siano esse catalizzate da enzimi o meno. In genere, questo si ottiene con il metodo del deep freezing, congelando il campione immediatamente in azoto liquido (-196°C). I campioni sono poi conservati a -80°C fino al momento della liofilizzazione. Quest’ultimo processo, che allontana l’acqua dal campione, è necessario sia per una migliore conservazione (l’acqua è il mezzo per la maggior parte delle reazioni che avvengono nei campioni biologici) sia (in alcuni casi) per rendere compatibile il campione con le successive analisi.
La maggior parte delle tecniche analitiche usate in metabolomica richiede che il campione sia in soluzione, di conseguenza il passaggio successivo consisterà in una procedura di estrazione dei metaboliti. In questo caso le metodiche variano sia in base alla natura del campione, sia in base alla piattaforma analitica che si utilizzerà nella fase successiva. Fase successiva che consiste nell’analisi della composizione chimica degli estratti. Diverse tecniche sono disponibili, ma quelle più comunemente utilizzate in metabolomica sono la Spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) e la Spettrometria di Massa (MS). Quest’ultima richiede solitamente una separazione a monte dei metaboliti che compongono l’estratto ed è quindi in genere interfacciata con un sistema cromatografico (GC o HPLC/UPLC).
Una volta acquisiti i dati, il complesso dataset ottenuto è analizzato attraverso metodiche di analisi statistica multivariata (MVDA) al fine di estrarre le informazioni circa la classificazione dei campioni e circa i segnali e, in ultima analisi, i composti responsabili della classificazione osservata. A questo punto, si procede con la caratterizzazione strutturale dei composti che risultano essere significativi nell’analisi. Questa caratterizzazione si avvale, tra l’altro, di tecniche ad alta risoluzione e di spettrometria tandem, nel caso della MS. Nel caso dell’NMR una caratterizzazione dei metaboliti nell’estratto è possibile mediante l’utilizzo di tecniche NMR bidimensionali. Per entrambe le tecniche, un supporto notevole è fornito dai database.
Le informazioni estrapolate mediante MVDA vanno poi integrate con le conoscenze sul sistema biologico in analisi e forniranno la risposta alla domanda che sottende lo studio o forniranno nuove ipotesi da testare.
Sarà ormai chiaro quanto è complicato studiare un insieme così complesso di processi dinamici quali i network metabolici. Fondamentali sono le risorse bioinformatiche, ivi inclusi i database per l’analisi e la visualizzazione di pathway e network metabolici.
Qui troverete un elenco di alcune di queste risorse.
Il database della Kyoto Encyclopedia of Genes and Genomes permette di visualizzare le vie metaboliche del metabolismo centrale e del metabolismo specializzato (e non solo). Il database si compone delle seguenti sezioni:
1. Metabolism
Global/overview Carbohydrate Energy Lipid Nucleotide Amino acid Other amino Glycan
Cofactor/vitamin Terpenoid/PK Other secondary metabolite Xenobiotics Chemical structure
2. Genetic Information Processing
3. Environmental Information Processing
4. Cellular Processes
5. Organismal Systems
6. Human Diseases
7. Drug Development.
Seguendo il primo link (Metabolism) è possibile visualizzare vie metaboliche specifiche o interi network metabolici. Le mappe visualizzate sono interattive, quindi, cliccando in diversi punti, è possibile selezionare sezioni specifiche. Inoltre cliccando sui nodi (NB: ogni nodo rappresenta un metabolita) è possibile consultare tutte le informazioni sul metabolita in questione, incluse le altre vie metaboliche e le reazioni in cui è coinvolto, gli enzimi che contribuiscono alla biosintesi e quelli che lo utilizzano come substrato, ecc.
Sarà possibile anche visualizzare link ad altri database che contengono informazioni di tipo diverso (ad es. dati spettroscopici, dati chimico fisici, dati biologici, ecc.) sul metabolita scelto, come ad esempio il ChEBI database (che pure vedremo essere molto utile) o i database per la metabolomica come lo Human Metabolome Database (HMDB)…e tanti altri. Inoltre, cliccando sui codici identificativi degli enzimi, è anche possibile avere informazioni su di essi. Il database permette, inoltre, di evidenziare variazioni delle vie metaboliche tra diversi organismi viventi.
In realtà, sono davvero tantissime le cose che si possono fare e le informazioni che si possono ottenere dalla consultazione di questo database.
Vedremo insieme come utilizzarlo, quando ci occuperemo dell’analisi dei dati di metabolomica. Intanto, però, potete iniziare ad esplorarlo. Qui troverete anche un tutorial che può esservi di aiuto.
MetaCyc è un altro database che riporta vie metaboliche determinate sperimentalmente da un vasto numero di organismi. Attualmente contiene 2847 pathway da 3161 organismi diversi. Le vie metaboliche sono sia del metabolismo primario che del metabolismo specializzato. Include inoltre informazioni su metaboliti, reazioni, enzimi e geni associati.
MetaCyc include le seguenti funzioni:
– Online encyclopedia of metabolism
– Predict metabolic pathways in sequenced genomes
– Support metabolic engineering via enzyme database
– Metabolite database aids metabolomics research.
Anche questo database è interattivo e ci sarà molto utile nell’analisi dei dati di metabolomica! Inoltre è collegato oad altri database di indubbia utilità per l’analisi metabolomica (BioCyc e simili).
Altri link utili:
La Spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) è una tecnica che non ha rivali nell’ambito della caratterizzazione strutturale. Questa tecnica spettroscopica, che sfrutta le proprietà magnetiche dei nuclei di alcuni atomi, ci permette di avere informazioni fondamentali sui composti organici. Non tutti i nuclei sono attivi all’NMR, ma tra quelli attivi si annoverano il protone e l’isotopo 13C del carbonio ed è proprio grazie all’applicazione a questi nuclei che otteniamo informazioni strutturali fondamentali per poter identificare la struttura dei composti.
Da uno spettro protonico possiamo dedurre numerose informazioni: il chemical shift ci dà informazioni su quello che è l’intorno chimico, la molteplicità ci dà informazioni sul numero di protoni legati ai carboni vicini (con le costanti di accoppiamento che ci forniscono altre importanti informazioni strutturali), infine l’integrazione ci permette di avere informazioni di tipo quantitativo.
L’utilizzo di techinche 2D-NMR, inoltre, ci dà la possibilità di ricostruire l’intero scheletro delle molecole.
In che modo possiamo sfruttare tutte queste potenzialità in metabolomica? Lo vedremo nel corso delle prossime lezioni.
Intanto, cerchiamo di capire meglio il principio di base su cui poggia questa potentissima tecnicha.
Di seguito, due video che possono aiutarci. Il primo, prodotto dalla Bruker, il secondo da Sciencesketch.
Curiosi anche di sapere come è fatto lo strumento all’interno? Date un’occhiata qui!